Coordinatore per l’esecuzione dei lavori: UNA CATEGORIA “IN VIA DI ESTINZIONE” ?
26/04/2008
In seguito alle ispezioni eseguite nei primi quattro mesi del 2008 e alle contestazioni effettuate a carico dei Committenti, dei Datori di lavoro e in particolar modo dei Coordinatori per l’esecuzione dei lavori è d’obbligo porsi una domanda:
Che fine hanno fatto i Coordinatori per l’esecuzione dei lavori?
I Coordinatori per l’esecuzione dei lavori sono una categoria di professionisti che pur frequentando corsi abilitanti da 120 ore, non hanno poi provveduto ad aggiornarsi così come richiede l’evoluzione della normativa in materia di sicurezza. La maggior parte di questi professionisti è spesso assente dai cantieri venendo meno ai propri compiti.
Nel 99% dei cantieri ispezionati viene contestato ai Coordinatori per l‘esecuzione l’art. 5, comma 1, lettera e) ovvero f), D.Lgs. 494/96 (arresto da 3 a 6 mesi di arresto o ammenda da € 1.549 a €.4.131); il T.U. prevede l’arresto da 3 a 6 mesi e l’ammenda da € 3.000 a € 12.000.
Sono passati 10 anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 494/96 e ancora oggi quando si chiede al capo cantiere chi è il coordinatore per l’esecuzione, lo stesso ti guarda con occhi smarriti pronto quasi a dirti: “scusate, forse avete sbagliato posto, questo è un cantiere non c’è nessun coordinatore“.
Più volte si sta verificando che il coordinatore per l’esecuzione dei lavori è un tecnico che abita ad una distanza di circa 100 chilometri dal cantiere.
Questi tecnici a volte non conoscono neanche dove si trova il cantiere e ciò trova conferma nel fatto che, alcuni di essi, contattati telefonicamente per essere presenti all’ispezione, mi abbiano chiesto informazioni su come raggiungere la località dove era ubicato il cantiere stesso.
Perché questo? A mio parere l’incarico più delle volte viene accettato per una parcella inferiore alla tariffa professionale e ciò comporta un danno economico e di immagine per gli altri professionisti che svolgono il proprio lavoro con senso di responsabilità, nonché danni materiali per eventuali infortuni a carico dei lavoratori.
Tale incresciosa situazione porta un momentaneo vantaggio al Committente che risparmia sulla parcella e al Datore di lavoro della impresa presente in cantiere, poiché non soggetta al controllo del rispetto della normativa in materia di sicurezza da parte del Coordinatore per l’esecuzione.
A questo punto le figure succitate sono convinte di aver concluso un ottimo affare, non tenendo conto che il Coordinatore per l’esecuzione, oltre a tutelare a propria esposizione, deve tutelare da punto di vista penale anche il Committente, comunicandogli le inosservanze alle disposizione in materia di sicurezza da parte del Datore di lavoro della impresa esecutrice dei lavori ai sensi dell’ art. 5,comma 1, lettera e), D.Lgs. 494/96 o addirittura proponendo la sospensione dei lavori in caso di pericolo grave e imminente, direttamente riscontrato , ai sensi del precitato articolo, comma 1, lettera f).
Il Committente a sua volta, non è esonerato dalle responsabilità connesse alla verifica degli obblighi di cui all’ art.5, comma1, lettera a) soltanto perché ha provveduto a nominare il Coordinatore per l’esecuzione (art.6,comma 2, D.Lgs. 494/96) (da 3 a 6 mesi di arresto o ammenda da €.1.549 a €.4.131 – con il T.U. non è più sanzionato)
Pertanto in caso di ispezione o di probabili infortuni anche mortali, le figure succitate ne risponderanno penalmente ognuna per le proprie competenze.
Il quadro innanzi descritto è la reale situazione che si trova in quasi il 95% dei cantieri ispezionati atteso che in questi circa 10 anni in un territorio di 33 comuni dell’alto Tirreno cosentino si sono dimessi soltanto 3 (tre) coordinatori per l’esecuzione dei lavori poiché le imprese esecutrici non rispettavano le norme di sicurezza con indifferenza totale da parte dei committenti.
E il coordinatore per la progettazione? Meglio non parlarne.
Il 90% chiede la parcella in funzione dello spessore cartaceo del P.S.C..
E la sicurezza? Non esiste.
E’ la formazione e l’informazione che manca e gli infortuni spesso si verificano proprio perché i lavoratori ignorano le più elementari norme di sicurezza e tenendo conto altresì che nel settore dell’edilizia operano molti stranieri, si può ben comprendere come il fenomeno delle morti bianche sia così in aumento.
E’ opportuno pertanto che gli Ordini degli Ingegneri, degli Architetti, i Collegi dei Geometri, le varie Associazioni di categoria diano un segnale forte a tutti coloro che operano nel settore edile affinché domani gli infortuni possano essere solo casuali e non causali.