E se a fumare nei luoghi di lavoro non sono i dipendenti, ma gli “ospiti”?
02/04/2010
In una e-mail inviatami da parte di un R.S.P.P. di una casa di cura di RHO (MI) è stato sollevato un problema spesso sottovalutato che può essere causa di incidenti: i mozziconi di sigaretta che vengono abbandonati, a volta accesi, da parte degli “ospiti”.
Bisogna ricordare che i luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell’allegato IV ai sensi dall’art 63, comma 1, D.Lgs 81/08 e s.m.i..
Al punto 4 dell’allegato IV vengono elencate le misure contro l’incendio e l’esplosione per cui nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli specifici di incendio, punto 4.1.1. “è vietato fumare“.
Nella fattispecie, il problema non dovrebbe proprio porsi poiché nei luoghi di lavoro non devono fumare né i lavoratori né le persone ospitate.
Ma dal punto di vista umano il personale dipendente addetto alla vigilanza come deve comportarsi affinché venga rispettato tale divieto?
“Una sigaretta non si nega nemmeno ad un condannato a morte” frase che ancora echeggia nelle sale cinematografiche o resta scritta in qualche romanzo, per cui si può essere così “crudeli“, come afferma l’RSPP, da porre un divieto a persone “che non hanno nessuna motivazione per farlo, oppure come spesso capita non sono in possesso delle piene capacità psichiche per farlo?“.
Secondo il mio parere, non bisogna consentire a nessuno di fumare poiché bisogna avere rispetto per le altre persone presenti.
Del problema relativo ai danni provocati dai mozziconi di sigarette non spente, si è già interessata l’Unione europea che ha emanato nel mese di agosto del 2008 una direttiva in base alla quale , entro il 2011 dovranno essere commercializzate all’interno dell’Ue esclusivamente “ sigarette antincendio”.
Per rendere sicure le sigarette è necessario “foderarle” con due o tre fogli di carta più spessa che rallentano il processo di combustione fino allo spegnimento, impedendo che nella fattispecie delle case di cura possano essere causa di incendi.
La sigaretta di che trattasi dovrà avere la capacità di spegnersi nell’ arco di un minuto se il fumatore non aspira in quel lasso di tempo.
Questo nuovo ritrovato forse non concorrerà al totale abbandono della sigaretta ma certamente può ridurre il rischio di incendio sia nelle strutture di ricovero che in altri posti di lavoro per non parlare dei boschi.
Al momento, da quanto appreso via internet, questa sigaretta è in vendita in Canada, Australia e alcuni stati degli Usa.
Pertanto, se vogliamo essere “buoni” e non “crudeli” come affermato dall’RSPP che mi ha mandato l’e-mail, è opportuno che fino al 2011 al personale dipendente delle case di cura, non resta che vigilare assiduamente sugli “ospiti” sigarette-dipendenti.