E’ l’ISPESL che deve effettuare la 1° verifica agli impianti di messa a terra e protezione dalle scariche atmosferiche?
Egr. Dott., una piccolissima azienda con un solo dipendente, (un vivaio), dopo aver inviato la comunicazione all’Ispesl e all’Arpa per la denuncia della messa a terra ai sensi del DPR 462/01, ha ricevuto, con raccomandata, da parte dell’Ispesl, la comunicazione per effettuare la 1° VERIFICA (non la verifica periodica). In verità, sulla news che ho ricevuto dal suo sito, ci informava la peculiarità, da parte dell’Ispesl, ad effettuare le visite periodiche e non la 1° verifica. Per quanto riguarda il tariffario il tutto viene demandato alla apposita Gazzetta Ufficiale dove è riportato tutto dettagliatamente. Vorrei sapere in ogni caso se esistono gli estremi di illegalità oppure se è ancora tutto corretto.
Cordialità
Quanto riportato nella news del nostro sito è l’invito dell’ISPESL a fare attenzione “che alcuni tecnici di organismi autorizzati all’effettuazione delle verifiche periodiche si spacciano presso gli utenti per funzionari dell’ISPESL, per costringerli ad effettuare la verifica periodica”.
In qualsiasi attività nella quale vi è anche un solo dipendente, deve essere applicata la normativa vigente in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nella fattispecie, l’impianto elettrico non può essere messo in esercizio senza che l’installatore non abbia effettuato la verifica e non abbia rilasciato la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico che corrisponde all’omologazione dell’impianto.
Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell’impianto, il datore di lavoro invia tale dichiarazione di conformità all’ISPESL ed all’ASL o all’ARPA territorialmente competenti.
E’ l’ISPESL che effettua la prima verifica a campione ai sensi dall’articolo 3 del D.P.R. 462/2001.
Le visite periodiche (cioè quelle successive) vengono effettuate, a richiesta del committente, dall’ARPACAL (per quanto riguarda la Regione Calabria), dall’Azienda Sanitaria Provinciale o da organismi autorizzati individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI.
Per quanto riguarda le verifiche a campione (che sarebbero le prime verifiche) le stesse sono stabilite annualmente dall’ISPESL, d’intesa con le singole regioni. Per quanto riguarda la Regione Calabria, l’Ispesl di Catanzaro riporta sul sito “ ISPESL Dipartimento di Catanzaro” alla sezione “impianti di messa a terra e protezione dalle scariche atmosferiche”, il verbale di sorteggio relativo agli gli impianti che saranno sottoposti a campione in tutte le province della Calabria.
Le spese che sono riportate in apposita G.U. sono a carico del committente.
Quello che ha scritto l’ISPESL (al datore di lavoro dell’azienda di che trattasi) rispecchia la normativa vigente, per cui è tutto legale.
Si ricorda che la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi, sono regolamentati dal D.P.R. 22 ottobre 2001 n. 462 (G. U. 8 gennaio 2002, n. 6.)