INFORTUNI: si continua ancora a morire nei luoghi di lavoro.
Gli infortuni mortali nel territorio dell’Alto Tirreno Cosentino dal 2012 al 2014. Le cause.
Premessa
Siamo nel 2016 e ancora si continua a parlare di morti sul lavoro.
Eppure, se volgiamo lo sguardo indietro dobbiamo prendere atto che sono passati oltre cinquant’anni dall’emanazione dei primi decreti che tutelavano il lavoratore negli ambienti di lavoro e precisamente D.P.R. 547/55; DPR 164/56 e D.P.R. 303/56, oggi ancora” pilastri “ della sicurezza che sono riportati integralmente nei 51 allegati del DLgs 81/08 e s.m.i.
Dai dati in nostro possesso ( dati INAIL riferiti al 2014 ) gli infortuni hanno un andamento decrescente anche se, a mio avviso, spesso non si tiene conto della crisi che attanaglia il nostro paese, causa della chiusura di molte aziende e quindi diminuzione di unità lavorative nel mercato produttivo.
Quanto innanzi affermato, trova in parte riscontro nelle parole del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il quale ha recentemente affermato che « il calo degli infortuni non è imputabile solo alla crisi». E sottolinea: « il lavoro sul versante della prevenzione e dell’informazione tra l’Inail e le imprese dà risultati. “ Nonostante la depurazione della diminuzione percentuale degli occupati e del numero delle aziende, il calo degli infortuni e delle morti sul lavoro è effettivo. È un buon dato, ma non è un punto di arrivo”.
Se oggi il numero degli infortuni, soprattutto quelli mortali, sono in fase decrescente, dobbiamo dire grazie sia all’ informazione e alla formazione assicurata ai lavoratori, che al personale ispettivo che opera nei vari territori con diverse problematiche, anche delinquenziali. Nel caso di specie non possiamo però attribuire, alle imprese ed alle istituzioni, un voto al di sopra della sufficienza.
Infatti per quanto riguarda le imprese, spesso ai lavoratori vengono rilasciati attestati di formazione senza che frequentino alcun corso; mentre le istituzioni non si sono ancora prodigate per incrementare l’organico degli ispettori sia nelle AA.SS.PP. ( Aziende Sanitarie Provinciali) che nelle DD.PP.LL. ( Direzioni Provinciali del Lavoro ) atteso che tale personale è insufficiente in proporzione alle attività lavorative in campo nazionale.
E’ palese che il miglioramento dell’andamento degli infortuni sul lavoro non induce ad abbassare la guardia, ma rappresenta uno stimolo per incentivare ulteriormente la diffusione della cultura della sicurezza. Si fa rilevare che sia in merito alla formazione dei lavoratori che per quanto attiene il metodo utilizzato dagli ispettori nel corso delle ispezioni, si dovrebbe aprire un capitolo a parte .
Infatti per quanto riguarda la formazione, spesso, come innanzi detto, si impatta con aziende che garantiscono ai propri lavoratori una informazione e formazione al solo fine di acquisire un “attestato “ da esibire al momento opportuno al personale ispettivo; mentre, per quanto attiene alle ispezioni nei luoghi di lavoro, è opportuno che le stesse non devono essere ottusamente burocratiche, appesantendo le imprese di adempimenti meramente formali, ma mirare a prevenire in modo intelligente i rischi reali per la salute dei lavoratori.
Non bisogna dimenticare che per poter parlare di “cultura della sicurezza” è opportuno che la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro passi attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei vari soggetti ( datore di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori ) impegnati
nel processo produttivo , integrando le problematiche della sicurezza con quelle della organizzazione aziendale.
Nel ” pianeta” sicurezza il datore di lavoro, prima con l’abrogato D.Lgs 626/94 e successivamente con il D.Lgs 81/08 e s.m.i., è e rimane, il soggetto maggiormente responsabilizzato che deve prendere tutte le misure necessarie ad evitare, diminuire, o eliminare i rischi sul lavoro.
Dal lontano 1951 si sono susseguite numerose normative legislative che le massime autorità dello Stato hanno prodotto con l’obbligo che i soggetti interessati dessero attuazione, al fine di evitare il dilagare del fenomeno degli infortuni mortali e degli invalidi civili permanenti.
E’ stato più volte ribadito che soprattutto la formazione e l’informazione sono i principali ingredienti per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
E’ una convinzione personale, che la formazione e l’informazione decollino dai banchi della scuola per far si che domani gli infortuni possano essere solo CASUALI e non CAUSALI.
GLI INFORTUNI
In Italia l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è gestita dall’Istituto Nazionale perl‘Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro
E’ l’assicurazione sociale obbligatoria diretta a tutelare il lavoratore in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale prevista dalla Costituzione (art. 38, comma 2) e disciplinata dal Testo Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali approvato con DPR 30 giugno 1965, n. 1124, così come integrato dal D.Lgs. 38 del 2000.
L’assicurazione ha la funzione di garantire ai lavoratori, in caso di infortunio o di malattia professionale,
- prestazioni sanitarie relative alle prime cure,
- prestazioni economiche
- forniture di apparecchi di protesi.
Per infortunio sul lavoro si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne riduca parzialmente o totalmente la capacità lavorativa.
Gli elementi integranti l’infortunio sul lavoro
sono:
– la lesione
– la causa violenta
– l’occasione di lavoro
E’ infortunio sul lavoro anche il così detto “infortunio in itinere”, cioè quello occorso al lavoratore nel tragitto compiuto per recarsi o tornare dal luogo di lavoro a casa.
Sono considerati infortuni sul lavoro anche quelli dovuti a colpa del lavoratore stesso.
INFORTUNI MORTALI IN CALABRIA dal 2012 al 2014
I dati in nostro possesso, forniti dall’INAIL, sono riferiti agli anni 2012/14.
Anno 2012…19… Occupati….566.258 .….%………..3,7
Anno 2013…24. ..Occupati….566.258…..%………..5,3
Anno 2014…11… Occupati…..527.449.… %……….1,5
Questi i morti “ufficiali“ , degli altri nessuno ne conosce il numero.
INFORTUNI nel territorio dell’Alto Tirreno Cosentino
L’esperienza nel territorio.
Da molti anni mi interesso di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, soprattutto nell’attività edile, e da quanto ho potuto accertare nel territorio dell’Alto Tirreno Cosentino, in cui vivo, che comprende la fascia costiera di circa 106 Km., 33 comuni ed una popolazione di 136.420 , la cultura della sicurezza non ha ancora messo le ali per raggiungere vette accettabili.
Rispetto ai primi anni del 2000, oggi forse c’è più ottimismo: in base agli ultimi dati , si registra una tendenza verso la diminuzione degli infortuni, soprattutto quelli mortali.
Uno dei motivi di questi infortuni è spesso il “ rifiuto” ad applicare la normativa antinfortunistica poiché non si ritiene necessario attenersi agli obblighi che la normativa vigente pone in capo al Datore di lavoro, dirigente e preposti.
Nel corso di questi anni, spesso ci siamo sentiti dire dai datori di lavoro che “.. in tutti questi anni, non è mai successo alcun infortunio nella mia azienda,,…..…” quasi a giustificazione delle inosservanze alle norma antinfortunistiche.
E’ purtroppo avvilente dialogare con questi datori di lavoro che vorrebbero quasi importi le “ ragioni” della loro “tesi” secondo la quale, meno sicurezza equivale a più guadagno.. Erroneamente essi pensano che il tempo da dedicare all’attuazione delle norme di sicurezza , rallenti i lavori con perdita di guadagni senza rendersi conto che così, anche la più elementare norma non rispettata può essere causa di infortuni spesso mortali.
Le cause che hanno determinato gli infortuni sono molteplici, dall’esperienza personale acquisita da ognuno di noi si può affermare che gli infortuni mortali più delle volte sono causati da valutazioni superficiali da parte di chi dovrebbe tutelare la sicurezza dei lavoratori.
Quando si verifica un infortunio mortale nei cantieri edili, spesso si sente dire : “ possibile che si può morire cadendo da una impalcatura per la mancanza di un parapetto!…bastava installare qualche corrente in più e certamente si sarebbe potuto evitare!” esclamazioni come queste sono diventate ormai consuetudine sarebbe meglio che si controllassero gli elementi costituenti il ponteggio e tutte le opere provvisionali, prima di utilizzarli e se chi di competenza, presenziasse costantemente le varie fasi di lavoro, forse ci sarebbero meno orfani e si potrebbero contare qualche morto in meno.
Abbiamo sempre condiviso che il rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza fa sì che gli infortuni possano essere solamente fortuiti.
Nella realtà, purtroppo, anche conoscendo tale normativa non vengono adottati tutti gli accorgimenti tecnici previsti poiché sottovalutati o ritenuti superflui.
E’ proprio questa superficialità che determina l’inefficienza delle protezioni adottate, infatti il lavoratore non formato crede di lavorare in sicurezza, ma la mancanza di un parapetto, un piano di una passerella o di una andatoia realizzata in difformità a quanto stabilito dal D.Lgs 81/08 e s.m.i., la mancanza di una tavola fermapiede del cavalletto di un argano ecc.., a volte possono essergli fatali.
Il risultato che la mancanza di cultura sulla sicurezza ha prodotto negli anni dal 2012 al 2014 in Calabria e principalmente nel territorio dell’Alto Tirreno Cosentino, come sotto specificato e riportato nella cartina, , non ha bisogno di alcun commento:
Aiello Calabro – 10 Ottobre 2012 – Infortunio MORTALE;
Settore Agricolo: lavoratore infortunatosi mentre alzava, manualmente, la pedana di un cartellone sul quale era stato fatto salire una macchina agricola.
San Pietro in Amantea – 20 Ottobre 2012 – Infortunio MORTALE;
Settore edile: lavoratore infortunatosi a causa della caduta di una trave in legno dalla sponda di un automezzo,
Fiumefreddo Bruzio – 23 Aprile 2013 – Infortunio MORTALE;
Settore Elettrico: Lavoratore infortunatosi in una cabina elettrica M.T. a causa della mancata
manutenzione della stessa.
Campora San Giovanni – 04 maggio 2013 – Infortunio Grave ( MORTALE );
Settore Edile: lavoratore infortunatosi per caduta dall’alto a causa della rottura delle lastre, in cemento amianto, di copertura di un capannone.
Scalea – 29 Aprile 2013 – Infortunio Grave;
Settore Edile: lavoratore si infortuna per caduta dall’alto da un ponteggio metallico.
Belmonte Calabro – 11 Giugno 2013 – Infortunio Grave;
Settore Edile: : lavoratore si infortuna per caduta dall’alto da un ponteggio metallico.
San Lucido – 19 Agosto 2013 – Infortunio MORTALE.
Settore Agricolo: lavoratore si infortuna a causa del ribaltamento di una macchina agricola.
Diamante-07 Aprile 2014 – Infortunio Grave
Settore edile: lavoratori si infortunano per caduta dall’alto a causa della rottura di un parapetto di un terrazzo.
Bonifati – 22 Luglio 2014 – Infortunio Grave
Lavoro Elettrico: lavoratore si infortuna cadendo da un palo, marcio alla base, della linea elettrica comunale.
Praia a Mare – 23 Settembre 2014 – Infortunio Grave
Settore elettrico: lavoratore si infortuna mentre lavorava ad un quadro elettrico in B.T.
Le cause che hanno determinato gli INFORTUNI
Le cause che hanno determinato gli infortuni e che sono emerse dalle indagini da me effettuate , sono da addebitare :
- alla inidonea formazione dei TECNICI;
- al dilagare, soprattutto nelle aree più povere, del lavoro nero e privo dei controlli anche più elementari;
- alle inadempienze dei datori di lavoro, che speculano sulle misure di sicurezza da adottare;
- alla mancata o inidonea formazione e informazione dei lavoratori;
- alla mancata valutazione dei rischi nel DVR ;
- al non utilizzo delle macchine e attrezzature secondo quanto riportato nel libretto di manutenzione e d’uso;
- alla mancata formazione e informazione dei lavoratori e il non utilizzo, in edilizia, dei ponteggi o idonee opere provvisionali……..
- alla mancata formazione e informazione dei lavoratori ……..
- al non utilizzo delle macchine e attrezzature secondo quanto riportato nel libretto di manutenzione e d’uso;
- qualche volta, all’imprudenza dei lavoratori ;
CONCLUSIONI
Dall’esperienza personale che ho fatto nelle aziende industriali, edili, agricole ecc.. posso affermare, come più volte scritto nelle mie pubblicazioni che :
L’infortunio non è fatalità,…..fatalità è quando non avviene.