Luglio 2010 | ||
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APPELLO CONTRO LA SOPPRESSIONE DELL’ISPESL
L’ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, ha investito per 30 anni denaro pubblico per dotarsi di attrezzature e personale ricercatore che lo hanno portato oggi ad essere conosciuto ed apprezzato dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale e di notevole utilità per la comunità economica e per i decisori politici. Tutto questo rischia di essere vanificato e sperperato, la professionalità dei ricercatori mortificata, più di 500 fra borsisti e co.co.co che in questi anni hanno sopperito alla mancanza di organico rendendosi indispensabili, rimarranno disoccupati, in nome di un risparmio che se valutato correttamente risulta irrisorio. In nessun Paese europeo le ragioni della crisi hanno portato allo scioglimento degli enti di ricerca che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro e della riduzione delle tutele sociali. Per tali motivi, si ritiene la scelta dell’inclusione dell’ISPESL tra gli Enti soppressi: – non appropriata alla luce dei compiti e del ruolo istituzionale affidato dalle norme a ISPESL, compiti e ruolo ribaditi dal Governo con il D.Lgs.81/2008 ed il D.Lgs. 106/2009 in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; – non in linea con le motivazioni alla base dell’ odierno decreto legge. Chiediamo al Governo e al Parlamento di riconsiderare al più presto un provvedimento che depaupera un capitale umano e scientifico rilevante, e priva opinione pubblica, decisori pubblici ed organismi internazionali di un referente professionale autorevole e indipendente ****** |
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COMUNICATO STAMPA ISPESL
l’Istituto non è un “ente inutile”, ma indispensabile per la sicurezza e la salute dei lavoratori italiani. Con il provvedimento del Governo si chiude l’unico Ente di ricerca del Paese. In relazione alle notizie di stampa si apprende che l’Ispesl (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del Lavoro), unico Ente di ricerca del nostro Paese con vastissime competenze nel settore della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori, nell’ambito della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri del 25 maggio, risulterebbe soppresso. Rimaniamo stupiti dalle notizie della soppressione e della definizione di ente inutile per l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL). L’etichetta, da alcuni attribuita, all’istituto di “Ente inutile” è offensiva per tutti i lavoratori, oltreché priva di fondamento. L’Ispesl non solo non è ente inutile, ma nel silenzio del suo trentennale lavoro quotidiano, attraverso l’impegno e il sacrificio delle molteplici professionalità (ingegneri, medici, chimici, fisici, biologi, ecc) pur nella scarsità di mezzi, garantisce un apporto insostituibile di conoscenze, esperienze e formazione al sistema produttivo del nostro Paese nel delicato settore della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, fornendo un know how, patrimonio per l’Italia, apprezzato e riconosciuto non solo in ambito scientifico nazionale e internazionale ma da tutte le organizzazioni datoriali e sindacali. Se è vero che gli infortuni mortali annui sono diminuiti da 1600 a 1200 (per parlare solo delle cosiddette morti bianche) ciò è ascrivibile anche a tutte le innumerevoli iniziative dell’Ispesl, messe in campo attraverso il suo personale. L’Ente che soffre dall’anno 2000 una costante e vertiginosa riduzione di fondi, dimezzati nel corso di questi anni, da 110 a 58 milioni di euro, oltre ad un altrettanto drastica riduzione del personale per raggiunti limiti di età (senza possibilità di un fisiologico turn over, per il blocco delle assunzioni), non ha mai ridotto il proprio impegno per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Nonostante ciò l’Istituto si è costantemente adoperato nel corso di questi anni per avere mezzi e disponibilità per esercitare al meglio le proprie funzioni. L’Istituto ha, infatti, accresciuto e ampliato tutti i possibili servizi che la legge gli consente di fare, riuscendo persino ad incrementare notevolmente le entrate proprie. L’Istituto oggi è in grado di autofinanziarsi (35 milioni di euro) per più del 60 % dello stanziamento che perviene dallo Stato. E’ questo lo si può considerare un “ente inutile”? Chi si è impegnato e chi si impegna per conto del Governo e delle Autorità territoriali, per le aree di Taranto, Civitavecchia, Casale Monferrato, ovvero per i gravissimi problemi del terremoto a l’Aquila, in Abruzzo? Chi è intervenuto per la sicurezza degli insediamenti a rischio di incidente rilevante o degli impianti energetici più complessi? Chi ha fronteggiato le emergenze nazionali al fianco delle istituzioni territoriali e nazionali (incidente Monte Bianco, nave G. Montari, Gran Sasso, ThyssenKrupp, Camere iperbariche, ecc…)? Riteniamo in conclusione che non solo l’Ispesl non sia “ente inutile”, ma che sia “utilissimo” per il nostro sistema produttivo che si finanzia per gran parte da solo. A questo punto sarebbe utile sapere in quale logica e con quali procedure sia stata disposta la “soppressione” dell’Ispesl con lo “scioglimento” nell’Inail. Aspettiamo una risposta. Il personale dell’Ispesl ce la chiede. Ce lo chiedono anche i lavoratori e i familiari delle vittime sul lavoro. ****** |
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Nella Pubblica Amministrazione lo stress lavoro–correlato è prorogato al 31.12.2010
La valutazione dei rischi di cui all’art 17, comma 1, lettera a ), D.Lgs 81/078 e s.m.i. riguardante anche i rischi collegati allo stress lavoro-correlato il cui obbligo decorre a fare data dal 1° Agosto 2010, per la P.A. ha subito una proroga. Sul supplemento ordinario n. 114 alla Gazzetta ufficiale n. 125 del 31 maggio è stato pubblicato il decreto-legge 31maggio 2010, n. 78 recante ”Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.”. Il testo approvato dispone che: “Al fine di adottare le opportune misure organizzative, nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni di cui all’at. 1, comma 2 del D.Lgs. 165/2001, il termine di applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 28 e 29 del D.Lgs. 81/2008 in materia di rischio stress lavoro – correlato, è differito al 31 dicembre 2010″. ****** |
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