Morire sul lavoro, travolti da……… una valanga di Decreti
di Salvatore ESPOSITO – Tecnico della Prevenzione ASP Cosenza – 01/09/2013
Chi lavora nel “pianeta sicurezza” si è reso conto che i D.P.R. 547/55, 164/56 e 303/56, dopo oltre cinquant’anni sono ancora le “colonne” della sicurezza tant’è che troneggiano negli allegati del D.Lgs 9 Aprile 2008, n° 81.
Dopo l’entrata in vigore del D.Lgs n° 626 del 19 settembre 1994, si sono susseguiti una raffica di decreti che lo hanno integrato, modificato iniziando dal D.Lgs 19 Marzo 1996, n° 242 e abrogato con il D.Lgs. 81/08. Quest’ultimo a sua volta modificato ed integrato con il D. Lgs. 106/2009, fino a giungere alla emanazione degli ultimi decreti, in ordine di tempo:
D.L. 28 Giugno 2013, n° 76, convertito e modificato dalla Legge 9 Agosto 2013, n° 99, e D.L. 21 Giugno 2013 , n° 69 (Decreto del fare), coordinato con la legge di conversione 9 Agosto 2013, n. 98.
In merito a questi due ultimissimi decreti, il primo (D.L. 28 Giugno 2013, n° 76) può essere condivisibile atteso che la rivalutazione delle ammende, nonché delle sanzioni amministrative pecuniarie, era già stata annunciata nell’art 4-bis dell’art 306 del D.Lgs 81/08 e s.m.i., mentre il secondo , per alcuni versi ha apportato ulteriore confusione tra gli addetti ai lavori che si aspettano, ulteriori decreti per “decifrare” quelli appena approvati, nonché circolari Ministeriali per spiegare i decreti che dovevano “ interpretare” i precedenti decreti di “ semplificazione”.
La confusione dei nostri legislatori è ormai acclarata come una consuetudine, legislatori che, a parere dello scrivente, non sono entrati mai in una azienda ad alto rischio e non hanno mai visto un cantiere edile, se non attraverso le televisioni.
A ferie ultimate, per chi ha avuto la fortuna di farle, si ricomincia a “studiare” le modifiche e le integrazioni apportate al D.Lgs 81/08 e s.m.i. aspettando nuovi chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sulle interpretazioni di alcuni articoli; indicazioni della Commissione consultiva permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per conoscere i settori di attività a basso rischio, etc….
Intanto, si continua a morire nei cantieri.
Nessuno dei Legislatori si è reso conto che il personale ispettivo della ASP e DPL è in via di esaurimento e all’orizzonte non si vedono prospettive di assunzione di nuovo personale.
Dal 10 Ottobre 2012 ad oggi, nel territorio della es ASL di Paola (CS) – Ora ASP di Cosenza- si sono verificati i sottoelencati infortuni:
Aiello Calabro (CS) – 10 Ottobre 2012 – Infortunio MORTALE;
San Pietro in Amantea (CS) – 20 Ottobre 2012 – Infortunio MORTALE
Fiumefreddo Bruzio (CS) – 23 Aprile 2013 – Infortunio MORTALE
Campora San Giovanni (CS) – 14 maggio 2013 – Infortunio Grave ( Decesso avvenuto successivamente );
Scalea (CS) – 29 Aprile 2013 – Infortunio Grave;
Belmonte Calabro (CS) 11 Giugno 2013 – Infortunio Grave;
San Lucido (CS) 19 Agosto 2013 – Infortunio MORTALE.
Come più volte ribadito, la cultura della sicurezza deve partire dai banchi di Scuola, infatti educando i giovani al rispetto della legalità si può sperare in un futuro in cui ognuno possa essere attore principale della sicurezza sul lavoro e non semplice spettatore .
Pertanto sarebbe opportuno che, anche in questo momento di profonda crisi che attanaglia l’Italia, le Istituzioni puntassero su nuove assunzioni o perlomeno sulla riqualificazione di parte del personale già esistente nella P.A. da destinare alle A.S.P. e D.P.L per poter effettuare controlli su tutte le attività lavorative e investire sulla prevenzione e far si che gli infortuni possano essere di natura casuale e non causali.